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Immagine del redattoreParide Spinelli

Perché Ermes - Parte 3: Simboli aztechi, Saggezza cosmica

Avevamo introdotto nella parte precedente la similitudine tra Ermete e il dio Thoth egizio, al quale è stato assimilato. Se Thoth nella tradizione egizia rappresenta propriamente la Saggezza, spostandoci in India il pianeta Mercurio (o Ermes, tenendo a mente il binomio tra cultura greca e romana) è denominato Budha, parola la cui radice significa propriamente la Saggezza. Qui bisogna non confondere il nome Budha con quello di Buddha: indicano due realtà diverse nella tradizione indù, anche se chiaramente legate, è scritto infatti che Buddha è illuminato dall’astro Budha, e ne possegga l’essenza.

Allora a questo proposito non sarà inopportuno far notare come la madre di Buddha è denominata “Mâyâ-Dêvî”, e che secondo la mitologia greca e romana la madre di Ermete, o Mercurio, fosse proprio Maia.


A proposito del nome Budha inoltre, c’è poi un fatto curioso da segnalare: esso in realtà risulta spesso associato a quello dello scandinavo Odino, Woden o Wotan; se così fosse i Romani dunque non assimilarono arbitrariamente quest’ultimo al loro Mercurio, e d’altronde nelle lingue germaniche, il mercoledì, o giorno di Mercurio, è designato come il giorno di Odino. Forse ancora più degno di nota è il fatto che questo stesso nome si ritrova esattamente nel Votan delle antiche tradizioni dell’America centrale, e che del resto ha i medesimi attributi di Ermete: infatti è Quetzalcohuatl, l’«uccello-serpente», e l’unione di questi due animali simbolici (corrispondenti rispettivamente ai due elementi aria e fuoco) viene rappresentata anche dalle ali e dalle serpi del caduceo di Ermes.


Torniamo dunque per un attimo al caduceo. È stato detto che Ermes è il messaggero degli dei, ma bisognerebbe aggiungere, sia restando all’interno della mitologia greca ma in maniera più forte ed evidente guardando alla figura di Thoth, che egli è anche lo psicopompo, il traghettatore di anime dalla vita alla morte. Questa duplice funzione è interconnessa: essa presenta un aspetto diurno e un aspetto notturno, e in particolare riflette due correnti, una discendente, dal mondo celeste al mondo terrestre come messaggero, e una ascendente come psicopompo: ed esse sono perfettamente simboleggiate dai due serpenti aggrovigliati attorno al caduceo.


Infine anche Jean Nicholas Bouilly parla di Ermete in un suo scritto, associandolo ad un’altra grande sapienza: l’alchimia. In un passaggio in cui sta esaminando un complesso simbolismo, possiamo leggere: «in questa allegoria tutto offre l’emblema della Trinità: il fondo a tre colori [verde, bianco e rosso], la figura della Verità in basso, e dappertutto, infine, questo indizio della Grande Opera della Natura [alle cui fasi alludono i tre colori], degli elementi costitutivi dei metalli [zolfo, mercurio e sale], della loro fusione, della loro separazione [solve et coagula], in una parola della scienza della chimica minerale [o meglio dell’alchimia], della quale Ermete fu il fondatore presso gli Egizi, e che tanta potenza ed estensione diede alla medicina».


Crediamo così di aver mostrato seppur in maniera parziale alcuni significati del simbolismo di Ermes, fornendoci dell’apporto fondamentale di grandi intellettuali.

Abbiamo cercato di abbozzarne un ritratto, disegnando solo alcune linee che ci sembravano fondamentali, essendo consapevoli in primis della lunghezza e dell’impegno che ci richiederebbe una descrizione attenta e completa, e d’altra parte dell’incredibile profondità e complessità di significati molto antichi e distanti da noi.

Il serpente piumato; complesso di Ciudadela a Teotihuacan (di Jami Dwyer)
Il serpente piumato; complesso di Ciudadela a Teotihuacan (di Jami Dwyer)

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